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mercoledì 21 novembre 2018

MEDIOEVO ITALIANO


MEDIOEVO ITALIANO 


DaisyOsakue atleta italiana colpita dal lancio di un uovo, estate 2018

“They were crooks who knew what they were doing, these are crooks who don’t know what they are doing”: tradotto, erano farabutti che sapevano dove mettere le mani, questi sono farabutti che non lo sanno.

 Questa frase letta molti anni fa, probabilmente sul Guardian, era il fulminante giudizio di un politologo sulla differenza tra la dittatura di Ferdinand Marcos nelle Filippine, durata dal 1965 al 1986, e il regime di Corazón Aquino, succedutagli dopo la sua caduta e fuga. L’elezione di “Cory” fu salutata con grande entusiasmo, ma presto mostrò tutte le sue pecche: improvvisazione, inettitudine e malcostume dei suoi collaboratori,patetica impreparazione di Cory stessa in loro balìa, lei che era vissuta fino all’assassinio del marito, famoso oppositore di Marcos, all’ombra del consorte, senza alcuna carica o esperienza di governo.

Quella frase mi sembra calzare a pennello la situazione italiana attuale dopo le elezioni politiche del 4 marzo scorso  e la formazione dopo molti tiramolla di una sgangherata e destrorsa coalizione di governo, non tempesta improvvisa e inaspettata come alcuni, ad esempio Alessandro Piperno, sembrano suggerire[1], bensì esiziale esito di un tragitto storico lungo decenni durante i quali anche le fasi di relativa salute economica, integrazione sociale e ricchezza culturale sono state insidiate da tare di cui i farabutti che sapevano dove mettere le mani ed erano al potere  non solo non hanno mai voluto sbarazzarsi, ma che hanno coltivato più o meno nascostamente, mentre chi avrebbe dovuto e potuto contrastarli  alzava la voce, se la alzava, tanto sommessamente da riuscire il più delle volte inudibile, in un crescendo di negligenza della cosa pubblica e di alacre accudimento a privati interessi. Altro che rivolta contro il “politicamente corretto”! In passato avevamo probabilmente più anticorpi, ora il sistema immunitario Italia sta andando in tilt. 
Questi dilettanti apprendisti criminali allo sbaraglio, chi li ha eletti?


Un rapido rewind a partire dal 1945.

Bisogna ricordare innanzitutto che questo è il paese delle stragi impunite, a partire da quelle nazifasciste. Fu solo nel 1994, in margine alle indagini su Erich Priebke, condannato successivamente per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, che emersero più di 600 fascicoli relativi alle stragi compiute da nazisti e fascisti dopo l’8 settembre 1943, archiviati “provvisoriamente” nel 1960 in un armadio le cui ante erano girate verso il muro. Grazie alla battaglia in primis del giornalista Franco Giustolisi appoggiata dal settimanale L’Espresso a partire dal 1996 si arrivò infine alle indagini, alle audizioni di testimoni e indiziati, e a condanne, anche all’ergastolo, che non furono mai eseguite.  L’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta terminò con due relazioni contrastanti nelle conclusioni e l'increscioso ritrovamento fu silenziato con il solito insabbiamento. Dal 2016 i fascicoli sono almeno consultabili online[2].
 
Emblema della Gladio
A due anni dalla Liberazione la strage di Portella delle Ginestre, il primo maggio 1947, apre la strada al potere democristiano e inaugura la strategia della tensione, come giustamente sottolineano  Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino in un lungo scritto assai documentato pubblicato nel 2007 sul sito Peacelink dal titolo eloquente: Stati Uniti eversione nera e guerra al comunismo in Italia 1943-1947. Non bisogna quindi aspettare la strage di Piazza Fontana alla Banca dell’Agricoltura di Milano del 12 dicembre 1969 per inaugurarla ufficialmente. E durante il ventennio 1947-1968 d’altra parte non mancano tentativi di golpe militari con la complicità di poteri manifesti e occulti: basti pensare al Piano Solo, cospirazione il cui motore primo è il Generale De Lorenzo dell’Arma dei Carabinieri, che tesseva le sue trame eversive per sventare l’avvicinamento della sinistra al governo, disegni mai concretizzati fortunatamente. Oppure si vada a rispolverare la documentazione relativa all’Organizzazione Gladio, struttura militare occulta costituita nel primo dopoguerra in ambito NATO allo scopo preciso di condizionare il quadro istituzionale e politico italiano, che era parte della ben più estesa rete NATO-CIA Stay Behind esistente in vari paesi europei[3].

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 Dopo ben sette processi per la strage di Piazza Fontana, di chiarissima marca fascista con amplissime implicazioni del potere statale anche ai massimi livelli civili e militari, la conclusione fu: assoluzione collettiva per tutti gli imputati a dispetto della ormai comprovata colpevolezza di almeno due dei principali responsabili, Franco Freda e Giovanni Ventura, perché già assolti in un precedente procedimento e quindi non più punibili. Nel giugno del 1970 era uscito il primo libro d’inchiesta su Piazza Fontana, La Strage di Stato, frutto del lavoro di militanti della sinistra edito da Samonà e Savelli. La copia che possiedo, la quinta edizione, è del 1971 e reca sulla copertina la scritta: 130° migliaio. Già allora emergevano inequivocabili sia le responsabilità istituzionali in alto loco e che l’impiego della manovalanza fascista, responsabilità che trentasei anni dopo sono state siglate dall’impunità.

E impunite sostanzialmente sono state le stragi di Brescia, del treno Italicus, di Bologna, di Ustica e le morti delle tante vittime delle leggi speciali degli anni ’70. Sono le stragi statal-fasciste che stanno dietro ai cosiddetti anni di piombo e alla scelta sventurata della lotta armata.
Così la fiammata di liberazione e riscatto del 1968/69, le lotte operaie e popolari che seguirono e gli innegabili successi che esse conseguirono, furono troppo presto smorzate e spente dal contrattacco durissimo e sanguinoso dei padroni del vapore. Con la “marcia dei 40.000” alla Fiat[4] iniziò il declino della mobilitazione di massa e la perdita di terreno delle organizzazioni dei lavoratori e dei proletari. 
Marcia dei 40.000 a Torino, 1980

Gli anni ’80 furono gli incubatori della globalizzazione e prepararono la disintegrazione del lavoro in tutto il mondo, quindi anche in Italia, dove un imprenditore e faccendiere toscano chiamato Licio Gelli, alias il Venerabile, stendeva il suo Piano di Rinascita Democratica della Loggia Massonica P2 e ne controllava la lenta messa in opera. 
La Commissione Parlamentare d’Inchiesta, presieduta dalla integerrima democristiana Tina Anselmi, dal 1981 al 1985 riuscì a portare alla luce tutta la complessità della macchinazione e a rendere pubblici i nomi dei componenti della Loggia, tra i quali politici, militari e imprenditori di spicco, incurante di minacce e intimidazioni. Ciò non ne impedì la progressiva esecuzione, tanto è vero che lo stesso Venerabile poteva compiacersene: «Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tivù, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto 30 anni fa in 53 punti»[5]. Da notare che è già pronto il nuovo Gelli versione digitale alias Steve Bannon, in missione per conto di dio in Europa con l'occhio fisso alle elezioni europee e le tasche piene di soldi.**
Lo spartiacque del 1989 pone fine alla rivalità “tradizionale” Est-Ovest e cambia tutto lo scenario internazionale per inaugurare un’era di nuove guerre e nuovi conflitti, e non è certo un caso che in Italia fu solo nel 1990 che la questione Gladio emerse alla luce del Sole.
Licio Gelli e Andreotti
Gli anni ’90 sono “la grande occasione” per gli eredi del PCI, sciolto frettolosamente nel 1991 dal suo ultimo segretario, Achille Occhetto[6] e diventato Partito Democratico della Sinistra (PDS) per entrare a pieno titolo nel rango dei papabili in vista della conquista del governo, vista come ultima tappa vittoriosa della lunga marcia attraverso le istituzioni. Grande occasione che sarà tristemente mancata e sfocerà nell’assenso del governo D’Alema alla “nuova” NATO del 1999 (altri 50 anni di sicurezza!) e alla partecipazione alla guerra in Kosovo.

Il 1992 sembra marcare uno spartiacque storico con il terremoto dell’inchiesta “Mani Pulite”, la crisi dei poteri forti di cui vengono alla luce malversazioni e corruzione endemica, la fine del potere socialista e di Bettino Craxi e, bomba mediatica, la sparizione della Democrazia Cristiana al potere dal 1948. Ma la rottura è più apparente che reale e soprattutto si compie ad opera del potere giudiziario, non attraverso una presa di coscienza popolare a livello politico. Il tradizionale trasformismo italiano prevale, ed ecco spuntare “il nuovo” nel 1994 nella veste del grande Venditore[7] per antonomasia che venderà fuffa e sogni per un ventennio agli italiani narcotizzati dal suo piglio buffonesco e dai suoi successi imprenditoriali, un ventennio inaugurato, guarda caso, da un’altra stagione stragista (1992-93).
Strage Via dei Georgofili, 1993


E sarà il ventennio della sconfitta di quel che resta della gloriosa classe operaia degli anni ’70, della sua disgregazione in una miriade di lavoratori “atipici” - anteprima della flessibilità, delle delocalizzazioni e dismissioni, della Gig Economy odierna[8] - , del declino del Welfare State e della progressiva sottrazione di finanziamenti ai servizi pubblici, cardine della solidità della compagine sociale, a vantaggio del privato (Università e scuola, sanità, trasporti, telecomunicazioni), il ventennio della scomparsa della locuzione “lotta di classe” dall’ordine del discorso[9], ormai parola interdetta nella terminologia di Michel Foucault.  Ma viva e vegeta nella realtà storica e sociale: come ben spiegato da Luciano Gallino, ora la lotta di classe la fa una parte sola[10]. E’ in questo quadro di dilagante strapotere del corporate power internazionale, altresì denominata globalizzazione, di pauperizzazione di larghi strati di popolazione e di aumento della capacità attrattiva di mafie vecchie e nuove che estendono i loro pascoli su sempre nuove fette di economia che crescono le disuguaglianze, la distanza astronomica di reddito e benessere tra la base e il vertice della piramide sociale e esplode la bolla finanziaria del 2007/20008 a partire dagli Stati Uniti, che in Italia non è mai finita.

La storia di un paese non si sbianchetta facilmente e se non si ignora questa zavorra pesantissima che l’Italia si porta dietro – e si è accennato sommariamente soltanto ad alcune fasi marcanti dell’ultimo dopoguerra – si può esprimere smarrimento nel guardare al nostro presente in questo scorcio finale di 2018, a questa oscena sceneggiata quotidiana di dilettanti allo sbaraglio che per via elettorale si sono impadroniti dell’Italia, ma non è lecito stupirsi più di tanto. Questo non vuol dire ovviamente che fosse scritto in cielo che Lega e Cinque Stelle formassero questo governo, ma è difficile negare che non si respirasse un’aria da fin de régime da anni. Ora guardiamo le macerie e ci chiediamo come ce ne sbarazzeremo per ricominciare a costruire su fondamenta più solide la casa Italia. In tutti i sensi, pensando al dissesto idrogeologico, trascurato come se fosse un aspetto secondario della nostra realtà. Ci chiediamo se stiamo toccando il fondo o no.

Ma alla luce degli ultimi 70 anni si comprende come siamo potuti arrivare al margine del burrone: lenta privatizzazione strisciante del Sistema Sanitario Nazionale universalistico del 1978, spesa sanitaria ridotta a una percentuale sempre decrescente di PIL, il 6,6 nel 2017, che dovrebbe ulteriormente scendere a 6,3 nel 2020, percentuali mai raggiunte in passato che non assicurano le coperture necessarie, tanto che circa 12 milioni di persone rinunciano a curarsi[11]; Italia fanalino di coda per quanto riguarda l’istruzione tra i paesi OCSE, al 30° posto, con 600.000 giovani che non finiscono la scuola dell’obbligo, con 2,2 milioni di ragazzi che non studiano né lavorano, e con una percentuale di laureati tra le più basse in Europa (18%, mentre la media OCSE è del 37%), la percentuale di analfabeti funzionali più alta dell'Unione Europea[12]. In Italia più del 45% di persone adulte legge meno di 3 libri all’anno e solo il 12% ne legge almeno 12, mentre un 40% circa ha meno di 1 libro in casa. Tutti dati facilmente reperibili online. Abbiamo almeno 40 Siti di Interesse nazionale (SIN) nei quali sono interrati rifiuti tossici che uccidono lentamente, molti di essi conseguenze di una industrializzazione altrettanto tossica e conseguita a colpi di sovvenzioni statali a fondo perduto, vedi Ottana in Sardegna[13], industrializzazioni fugaci che hanno lasciato dietro la desertificazione. Il bel libro di Marina Forti, Malaterra, edito da Laterza, offre una desolante panoramica di questi territori che aspettano una bonifica. 

 Terra dei fuochi, terra di tumori

C’è un revival di neofascismi razzisti in molte parti d’Europa[14], ma l’Italia ne è una degna testa di ponte, con una serie di aggressioni a catena negli ultimi mesi[15]nelle quali non si sa se sia più stupefacente l’ottusità o la crudeltà gratuita. E il bersaglio preferito è il tasso di melanina giudicato eccessivo dell’epidermide. In particolare ci fa una bella pubblicità sul New York Times l’articolo di una giornalista che ha avuto la sfortuna di fare uno stage di sei mesi a Firenze durante i suoi studi, nel 2013[16]. Disoccupazione oltre il 10%. Caporalato, a dispetto della recente legge che intende combatterlo, favorito dalla mancanza di controlli per carenza di ispettori e connivenze. Il decreto sicurezza che toglie la protezione umanitaria e smonta il sistema di integrazione diffusa per i migranti rafforzerà l'illegalità e aumenterà il tasso già notevole di anomia. per soprammercato, si contesta l'austerità della UE da destra, un capolavoro. Eccetera.

L’Italia si è risollevata dalla catastrofe del 1943, è legittimo sperare che si risollevi dal fallimento di questo lungo lunghissimo dopoguerra? E che si doti di una classe dirigente degna di questo nome?







[1] Si veda ad esempio l’intervista a Alessandro Piperno sulla Stampa del 18/!!/2018, https://www.lastampa.it/2018/11/18/cultura/fiaccati-da-anni-di-politicamente-corretto-gli-italiani-vogliono-trivialit-e-tracotanza-3TQuomd3B2BPoHGGqLVLcP/premium.html
[2] http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/02/15/news/stragi-nazifasciste-l-armadio-della-vergogna-adesso-consultabile-online-1.250535

[3] http://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=24
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_dei_quarantamila
[5] https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2015/12/16/piano-di-rinascita-di-gelli-cosa-e-stato-attuato/160398/
[6] http://www.italnews.info/2018/02/03/3-febbraio-1991-su-iniziativa-di-occhetto-si-scioglie-il-pci/
[7]https://www.ibs.it/venditore-storia-di-silvio-berlusconi-libro-giuseppe-fiori/e/9788811600466
[8] https://www.ft.com/content/b5a2b122-a41b-11e5-8218-6b8ff73aae15
[9] http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacritica/ordinediscorso.pdf
[10] Luciano Gallino. La lotta di classe dopo la lotta di classe. Laterza, 2012
[11] https://www.ilmessaggero.it/economia/economia_e_finanza/sanita_poverta_italia_cure_medicine_istat-3836039.html
[12] http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/03/07/news/analfabeti-funzionali-il-dramma-italiano-chi-sono-e-perche-il-nostro-paese-e-tra-i-peggiori-1.296854
** Si leggano gli articoli che il Guardian ha dedicato alla missione di Bannon in Europa: https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/jun/06/steve-bannon-far-right-radicalise-europe-trump

[13] http://www.dire.it/15-05-2018/202412-ottana-dallillusione-industriale-allincubo-desertificazione/

[14] https://www.letemps.ch/opinions/retour-racisme
[15] http://www.cronachediordinariorazzismo.org/unestate-allinsegna-del-razzismo/
[16] https://www.nytimes.com/2018/10/23/travel/racism-travel-italy-study-abroad.html