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giovedì 3 gennaio 2013

Coefficiente di Gini e diseguaglianza


Si fa un gran parlare di diseguaglianze di reddito in crescita dappertutto, di forbice crescente tra le fasce di reddito del, diciamo, dieci per cento più povero e del dieci per cento più ricco della popolazione in vari paesi (sia OCSE che a livello più vasto), e si menziona (a volte) il coefficiente di Gini. Ma di rado si spiega esattamente cosa è, a parte la menzione frettolosa di: indicatore di diseguaglianza di reddito e quindi di ingiustizia sociale. Può variare tra un minimo di 0 che indica perfetta equità ad un massimo di 1, che rappresenta la perfetta iniquità. Ma perchè?
Il coefficiente di Gini è un rapporto tra due aree geometriche, e per capire esattamente come si calcola bisogna ricordare la curva di Lorenz (Max O. Lorenz) , sviluppata nel 1905 . Guardiamo la figura qui sotto.

Lorenz-curve1.png

Sull'asse delle ascisse, orizzontale, sono marcate le percentuali della popolazione di un paese, per tranches di 20% . Sull'asse verticale delle ordinate figurano  le percentuali di reddito cumulativo accaparrato dalle varie fasce di popolazione, sempre per tranches di 20%.
La retta inclinata di 45° che parte dall'origine O rappresenta chiaramente la perfetta eguaglianza. Se ora chiudiamo la figura con due rette che partono dalle estremità del 100%, sia del reddito che della popolazione, abbiamo un quadrato, tagliato dalla diagonale (la perfetta eguaglianza: 50% della popolzione ha il 50% dei redditi, l' 80%  possiede l'80% dei redditi, ecc. La curva di Lorenz disegna per ogni tranche di popolazione l'effettiva fetta di reddito accaparrato: e quindi, più la curva si abbassa, più si allarga l'area delimitata dalla curva e dalla retta a 45°, più il paese è socialmente iniquo. Possiamo immaginare dove stia un punto che incroci il  60% della popolazione e il 15% di reddito, ad esempio!

Ora, il coefficiente di Gini è il rapporto tra l'intera area del triangolo inferiore dove si configura la curva di Lorenz e l'area delimitata dalla curva stessa e "la retta dell'equità". Ecco che si capisce che se il coefficiente è basso, l'area è piccola, la curva non si discosta molto dalla retta e c'è una certa equità nella distribuzione di reddito, se invece è alto, diciamo maggiore di 0.40-0.45, c'è da preoccuparsi.
In Italia secondo l'ISTAT nel 2009 l'indice di Gini era  0, 312 (http://noi-italia.istat.it/fileadmin/user_upload/allegati/107.pdf), ma secondo la Banca d'Italia, nel 2008 era di 0.35 (riportato da Luciano Gallino, Finanzcapitalismo, p.162, nota a piè di pagina). E l'indice di disparità della ricchezza era, sempre secondo Gallino, di 0,60. Chi avrà ragione? Ma che sia cresciuto negli ultimi dieci anni, non si discute, e non certo solo in Italia.

 Qua sotto ho incollato una cartina simpatica: mostra le diseguaglianze di reddito a livello planetario: interessante notare che la Cina è più ingiusta degli Stati Uniti, e che mancano i dati per l'Arabia Saudita.

File:GINIretouchedcolors.png

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