Translate

domenica 15 ottobre 2023

OTTOBRE NERO

 

IL VICOLO CIECO

Sicomoro storico, Northumberland, vicino al Vallo di Adriano
( da Washington Post, 29/9/2023)

Ho scelto di cucire questo post come un triste vestito di Arlecchino, un Arlecchino in lutto, principalmente con estratti (tradotti dall’inglese) da un lungo email ricevuto giorni fa da un amico in Israele, esponente di una organizzazione storica che si batte da decenni per una soluzione equa all’ormai centenario scontro tra Israele e Palestina: Adam Keller, di Gush Shalom (Blocco della pace). L’email conteneva opinioni, pensieri, riflessioni e commenti di vari autori ebrei/e, più o meno noti/e.

Il mio pensiero è questo. Ciò che servirebbe è semplicemente l’applicazione delle Risoluzioni ONU che riguardano la Palestina e Israele e delle norme del Diritto Internazionale[1]. Ma sembra che il rispetto delle leggi internazionali e del diritto internazionale umanitario sia un ostacolo insormontabile. Forse questa constatazione la dice lunga sulla discesa del mondo su una china pericolosa, il ritorno alla barbarie, non la forza del diritto, ma il suo contrario. Socialismo o barbarie, il titolo di una rivista francese di tanti decenni fa, è quanto di più attuale ci sia. 

1.   La storia si ripete? (Adam Keller, 10 ottobre 2023)

Il 6 ottobre 1973 l’esercito egiziano attraversò il Canale di Suez. Fu una sorpresa dal punto di vista strategico, i servizi segreti militari di Israele non l’avevano previsto e l’esercito non era preparato. Fu l’inizio di un’amara e difficile guerra. Cinquanta anni e un giorno dopo, il 7 ottobre 2023, Hamas ha attraversato la barriera della Striscia di Gaza, e di nuovo è stata una sorpresa inaspettata per l'intelligence Israeliana, sorpresa alla quale l’esercito non era preparato. E sembra che anche questo sia l’inizio di una guerra amara e dura…C’è una grande somiglianza tra i due avvenimenti….

L’antefatto dell’ottobre del 1973 fu il perdurare per anni dell’arroganza del potere da parte del Governo di Israele, che pensava di poter rimanere per sempre nella penisola del Sinai[2], dove aveva costruito decine di postazioni, tra le quali la città di Yamit, costruita in un’area dalla quale i Beduini erano stati estromessi, che sarebbe dovuta diventare una grande città israeliana dotata di un porto profondo. Il governo israeliano respinse sdegnosamente le proposte di pace del presidente Sadat e non si curò dei suoi avvertimenti, e cioè che senza una svolta politica la guerra sarebbe stata inevitabile. Nessuno si curava di sbloccare il Canale di Suez, uno dei piedistalli dell’economia egiziana e una delle principali vie di traffico marittimo mondiale. Nell’ottobre del 1973 Israele pagò un prezzo elevato per la sua noncuranza e arroganza. E negli ultimi anni, ecco di nuovo l’arroganza del potere. Lo Stato di Israele ha deciso che può tenere sotto pressione i palestinesi, mantenere e intensificare il suo governo militare e negare (ai palestinesi) la speranza di liberarsi un giorno dal giogo dell’occupazione (e del blocco della Striscia di Gaza), sponsorizzando le squadracce dei coloni che attaccano le comunità palestinesi più deboli ed esposte, realizzando una pulizia etnica, sostenendo i fanatici che corrono a pregare vicino alla moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, il terzo luogo più sacro dell’Islam, e sognano di costruire al suo posto un tempio ebraico.

Nel suo discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite, il Premier Netanyahu ha pronunciato 44 volte la parola “pace”, riferendosi sempre all’Arabia Saudita. La cartina che ha mostrato rifletteva la sua visione di pace: lo stato di Israele inglobava nei suoi confini i territori Palestinesi occupati[3], il tutto circondato da un blocco di paesi arabi “amici”. Alla domanda: E I palestinesi? La risposta sprezzante fu: “Che cosa possono fare?”.

Ora sappiamo che cosa possono fare.

Cinquanta anni fa il presidente egiziano, dopo la guerra del Kippur, venne a parlare al parlamento israeliano e ne seguì un accordo di pace storico che dura ancora. Non è detto che finisca così anche oggi. …..

Stesso albero secolare, abbattuto da un qualche teppista
 

2.    Ofer Kassif (deputato alla Knesset, il Parlamento)

Niente giustifica i crimini e i massacri che si stanno commettendo nel sud di Israele. Ma era tutto già scritto, come avevo a lungo ammonito: pagheremo un caro prezzo per i crimini dell’Occupazione, l’assedio di Gaza e l’arroganza del Governo Kahanista[4]. Non c’è nessuna soluzione militare possibile, solo una soluzione politica – la fine dell’Occupazione e l’indipendenza della Palestina. Per il futuro di tutti –No alla guerra, sì a una pace giusta! No alla violenza, si all’eguaglianza! Aggiungo qui sotto un messaggio inviatomi sabato (7 ottobre) da una vecchia e affezionata amica, poco prima che lei stessa e il marito fossero assassinati nella loro casa in uno dei Kibbutz vicini a Gaza:

“Siamo da quattro ore nel rifugio. La parola “paura” non traduce quel che proviamo. Li abbiamo sentiti arrivare vicino a una casa e poi attaccarla, prendendo a pugni le finestre e le porte e sparando nel cortile. Sono entrati in molte case, passando dall’una all’altra. Il consigliere comunale è stato ucciso. E’ da pazzi, da pazzi. Non sono mai stato così terrorizzata come ora”.

Dall’inizio del massacro a sud ho condannato questi crimini odiosi, malgrado ciò continuo a ricevere minacce e insulti e accuse come se fossi io il responsabile di ciò che accade e non il Governo che commette atrocità. Perché? Perché mi rifiuto di accodarmi alla folla di chi istiga e cerca la vendetta e non una via d’uscita, stragi e non sicurezza, umiliazioni e non la pace… Non mi arrenderò! Continuerò ad alzare la mia voce per la liberazione del popolo palestinese dalla schiavitù, una schiavitù che non è solo un’ingiustizia terribile ma ci uccide anche tutti! E aggiungo che l’amica (di cui ho scritto sopra) che è stata assassinata era orgogliosamente di sinistra, e appoggiava il mio partito Hadash. Conoscevo molti di quelli che sono stati assassinati, erano miei compagni e attivisti di sinistra come me.

 

 

3.    Gideon Levy, giornalista: Israele non può imprigionare due milioni di abitanti di Gaza senza pagare un prezzo altissimo (9 ottobre 2023)


Dietro a tutto ciò (che sta accadendo) c’è l’arroganza di Israele, l’idea che noi possiamo fare qualunque cosa, che non ne pagheremo mai il prezzo né saremo puniti per questo. E continueremo indisturbati. Arresteremo, ammazzeremo, perseguiteremo, deruberemo e proteggeremo i coloni che compiono i pogrom. Visiteremo la tomba di Giuseppe, la tomba di Othniel e l’altare di Giosuè nei territori palestinesi, e naturalmente la spianata del Tempio – alla festa di Sukkot c’erano 5000 ebrei.[5] Spareremo a persone innocenti, caveremo loro gli occhi e spaccheremo loro la faccia, espelleremo, confischeremo, ruberemo, prenderemo la gente dal letto, faremo pulizia etnica e naturalmente continueremo con l’incredibile assedio della Striscia di Gaza, tutto andrà bene.

……

Continueremo a tenere in prigione migliaia di palestinesi, talvolta senza processo, la maggiore parte di loro prigionieri politici, e non acconsentiremo a discutere il loro rilascio anche dopo decenni di prigionia. …..

…….

Dopo 75 anni di persecuzioni, davanti a noi c’è lo scenario peggiore. Le minacce di “radere al suolo Gaza” dimostrano solo una cosa. Non abbiamo imparato niente. L’arroganza continua, anche se di nuovo Israele ne pagherà un alto prezzo.

…..

Immagine della guerra del 1967, che fu l'inizio dell'Occupazione

4.   (Adam Keller)

Con il cuore pesante informiamo della morte di Haim Katzman. Haim è stato ucciso sabato scorso nella zona prospiciente Gaza. Era un attivista contro l’Occupazione e per i diritti umani e dei lavoratori. 

Siamo colpiti (anche) dall’amara notizia che la nostra cara Vivian Silver, del Kibbuts Be’eri, è stata presa in ostaggio e attualmente è a Gaza. Vivian, leggendaria donna pacifista, attiva in ogni campo per migliorare la vita di tutti, è socia di “Un’altra voce dal sud”[6], di “Le donne fanno la pace” e del Forum delle organizzazioni pacifiste.[7] Ogni settimana trasporta malati di Gaza dal valico di Erez[8] a degli ospedali in Israele, con l’associazione “On the way to recovery” (Verso la guarigione).

Cara Vivian, ritorna da noi e facci solo ricevere buone notizie.

 

Mio commento

Tutto ciò purtroppo sembra già irrimediabilmente datato. La reazione spietata del nuovo governo israeliano di unione nazionale di bombardare a tappeto Gaza e poi ingiungere l’evacuazione verso sud in condizioni disumane, avendo tagliato acqua, viveri, elettricità, carburante, rete internet, di più di un milione di persone verso il baratro e l’ignoto prelude a un crimine contro l'umanità. Il valico di Rafah verso l’Egitto, unica possibile via di fuga a sud e possibilità di rifornimenti, ieri era chiuso ai palestinesi, profughi eterni. Molti hanno deciso di restare a nord e morire in quel che resta delle loro case. L’ultima cura di Israele è la vita degli ostaggi, nei fatti e non a parole ipocrite, per non parlare della vita dei palestinesi, evidentemente esseri sub-umani.

Le ultime notizie (15 ottobre) dicono che il Regno Unito sta facendo pressione per l’apertura del valico di Rafah, presso un Egitto super riluttante. Il valico era aperto ieri soltanto per chi ha la nazionalità statunitense.

Si rimane atterriti di fronte a questo succedersi di disastri, con l’incombente peggioramento della situazione politica in tutta l’area del Medio Oriente e il mai sopito timore di attentati in paesi occidentali dei tanti lupi solitari, vedi Arras in Francia. 

C’è solo da aggiungere che la statura morale e politica dei cosiddetti leader mondiali appare oggi quella di nanerottoli lobotomizzati. 



[1] https://www.un.org/unispal/data-collection/security-council/

[2] Occupata durante la Guerra del 1967, detta dei sei giorni.

[3] Occupati nella guerra del 1967, occupazione dichiarata illegale secondo la legge internazionale, la Risoluzione ONU n. 242 ingiungeva ad Israele di ritirarsi al confine precedente la guerra, la Linea Verde, quindi da TUTTI i territori occupati.

[4]Kahan è da tempo un gruppo di destra estremista israeliano, per anni è rimasto ai margini della vita politica.

[5] La Spianata del Tempio è accanto alla Moschea di Al Aqsa, il terzo luogo più sacro per l’Islam, e gli ebrei non hanno il diritto di andare a pregare lì, secondo gli accordi vigenti con la Cisgiordania.

[6] Nel sud di Israele ci sono molte delle colonie dei settlers più fanatici, che compiono pogrom contro i contadini della Cisgiordania

[7] Che io sappia, molte di queste organizzazioni pacifiste sono miste, di israeliani e palestinesi, come ricordo Ta’ayush (https://taayush.org/)

[8] Erez è l’altro valico con checkpoint che permette di uscire da Gaza verso Israele.