TRA INVENTARE E POTER
UTILIZZARE C’E’ DI MEZZO IL MARE
La copertina dell’Economist del 12 gennaio
2013 è assai provocatoria e rimanda ad un servizio interno
basato su un paper di Robert J.Gordon (Robert J. Gordon) consacrato ad una riflessione sulla agognata
chimera dei governi d’occidente: la crescita. Riprenderà? Continuerà? Si fermerà? Declinerà?
Le innovazioni essenziali che l’hanno innescata a partire dal
1750 secondo l’autore sono suddivise in successione secondo tre fasi storiche: la prima rivoluzione industriale (invenzioni
fatidiche: macchine a vapore e ferrovie); la seconda (elettricità, motore a scoppio, acqua corrente
e servizi igienici casalinghi, comunicazioni, l’industria del divertimento,
prodotti chimici e petrolio) e la terza ( computers, la WWW e i telefoni
cellulari). Ora la vena sembra languire: di
qui l’interrogativo che si pone il personaggio seduto sul wc: inventeremo
mai di nuovo qualcosa di altrettanto utile? Ovvio: per crescere ancora e
sempre.
Vorrei consigliargli
di cambiare un po’ la sua ottica e meditare su altri interrogativi, forse più pertinenti
al (possibile) benessere dell’umanità, e non alla crescita per pochi, a partire
dalla sua domanda.
Infatti, ciò che sembra così utile a lui, e verosimilmente
comodo e confortevole a tutti noi, tanto è vero che nei nostri bagni è usuale
trovare giornali, riviste o addirittura libri accanto al sedile forato, non appare
altrettanto comodo a ben più della metà
dei sette miliardi e più di esseri umani, che usano (quando ce l’hanno) le
cosiddette latrine alla turca, e sono incapaci di defecare su una tazza di wc.
Vari anni fa, su un volo alla volta di Islamabad, di notte, dalla porta
semiaperta di una ritirata a metà cabina ho intravisto un vecchio inturbantato
accovacciato e traballante sul wc, con le babbucce che spuntavano dal caffetano
marroncino piantate sui bordi dello stesso e le braccia protese alle pareti per
non perdere l’equilibrio. Una fotografia mentale che vedo ancor oggi tanto mi rimase impressa. E mi chiedo:perché negli aerei non ci sono anche
latrine?
Ancora. Tali “invenzioni” geniali e fondamentali per l’umana
salute come i servizi igienici (appunto, igienici) sono disponibili soltanto
per il 65% circa della popolazione mondiale (stima 2008, International Programs Center: Population Clocks),
e personalmente ritengo che sia una stima per eccesso. Ancora nel 2011, in
Mozambico, andando per villaggi anche non remoti ma su strade nazionali,
percorse da centinaia di camion e veicoli giornalieri, si faceva fatica a
trovare una latrina decente. E non molti anni prima, in altri paesi africani, spesso mi hanno indicato
come “toilets” recessi poco più grandi di una cabina telefonica, con pareti di
paglia dove mancava la fossa, e che
avevano solo un pertugio aperto tra gli
steli secchi ove far scorrere l’acqua. Fogne e acquedotti sono stati
“inventati” da tempo ma questo non impedisce che “ acqua non potabile, igiene
inadeguata per mancanza di acqua e mancato accesso ai servizi igienici
provochino circa l’88% di morti per diarrea.”….” E muoiono di diarrea
ancora annualmente quasi 800.
000 bambini sotto i cinque anni“. (Safer water, better health: costs, benefits
and sustainability of interventions to protect and promote health. [PDF - 60 pages] WHO, Geneva).
Koch ha da
tempo scoperto il bacillo della TBC, ma ciò impedisce forse centinaia di
migliaia di morti per questa malattia?
Negli Stati Uniti e in Europa sono state quasi azzerate le morti per
AIDS grazie alle triterapie, ma quante ce ne sono ancora in Africa o in Asia?
E per cambiare terreno,
che ne dire dell’elettricità? Tra il 1986 e il 1988 ho vissuto con
l’illuminazione di lampade a petrolio in Mali, nel capoluogo di un Cercle amministrativo. La luce ce l’aveva, col generatore
che faceva un gran baccano, l’amministratore del Cercle. Idem come
sopra nel 2009, mancava la luce a Mapuordit, in Sud Sudan, ma stavolta il
generatore ce l’avevo ( a casa) anche io, due ore al giorno. Oltre che
l’ospedale, per fortuna, quasi 24 ore su 24, grazie ai comboniani. E mancava la
rete elettrica e manca tuttora in quasi tutto il paese
Allora forse
l’interrogativo che il personaggio seduto sul wc si dovrebbe porre andrebbe
riformulato come segue: quando riusciremo a far ricadere i benefici delle invenzioni utili a TUTTA la
popolazione del globo e non solo a una parte fortunata? In tempi non geologici.
17 gennaio 2013