Immigrati annegati: “Renzi: ” Noi facciamo il nostro dovere”: ne è
sicuro?
Ragusa (foto da La Repubblica)
Invece di rabbrividire nel guardare le fotografie degli
immigrati morti abbracciati sul fondale marino (vedi titolo de “La Repubblica” di oggi 16 maggio
2014), e poi consolarsi con la coscienza a posto, forse il nostro Presidente
del Consiglio potrebbe abbandonarsi a qualche riflessione in più, come queste, ad esempio:
1. * In questa fase storica l’immigrazione
“economica” intesa come movimenti di popolazioni da paesi con reddito medio pro
capite generalmente di molto inferiore
ai 1000 USD annui verso i paesi con
redditi che si aggirano intorno o superano i 20000-25000 USD/anno è strutturale
e continuerà presumibilmente per qualche decennio.
2. * Negli ultimi 20 anni la percentuale di popolazione civile toccata
da guerre e catastrofi naturali è aumentata a freccia. Nel 2012 più di 172 milioni di persone sono state
coinvolte in conflitti, e nel 2013, 35 milioni di persone erano rifugiate o
sfollate (dati dell’International Rescue Committee).
3.
Oggi in Libano i rifugiati siriani sono più di
un milione, in Giordania almeno 750.000. Durante la crisi Libica del 2011, più
di 700.000 erano i rifugiati nel sud della Tunisia, molti accolti da privati
cittadini. Quanti aspiranti all’asilo sono
arrivati tra 2011 e 2014 in Italia? Quanti ne sono stati respinti?
4. * La maggior parte di chi sbarca oggi in Sicilia, a Lampedusa, o dove altro capita,
di quelli che annegano perché non sanno nuotare o rimangono intrappolati nei
barconi, hanno DIRITTO all’asilo, molti sono minori non accompagnati, o vivono
in paesi in guerra o dove le libertà civili
sono negate.
Con le centinaia di milioni che si spendono tra
budget dell’Unione Europea per sorvegliare le frontiere e budget
delle operazioni dei singoli paesi della frontiera nord del Mediterraneo
tra Spagna, Italia, Malta e Grecia, senza calcolare, perché sono incalcolabili,
i costi umani in vite perdute o distrutte da lutti incancellabili, si
potrebbero proficuamente aprire o rafforzare con personale adatto UFFICI CONSOLARI presso le delegazioni della U.E.
ed esaminare le richieste di emigrazione, intervistare le persone e CONCEDERE
VISTI, invece di costringerle a rischiare la vita e alimentare mafie di ogni
risma. L’unica soluzione degna di questo
nome NON è rafforzare le frontiere, ma ABBATTERLE. Stampare visti nei passaporti. E abrogare il
trattato di Dublino che impedisce al paese di arrivo del migrante di farlo
proseguire per altre mete. Perché Renzi non si fa promotore di questo
indirizzo, l’unico che può evitare le catastrofi in mare (e nel deserto)?
6.
Ci si ostina a chiamare “disperati” chi emigra:
a parte il fatto che chi fugge da una guerra ha almeno la speranza di riuscire
a sopravvivere, chi emigra per ragioni economiche o per evitare la leva
obbligatoria sine die come in Eritrea NON è certo il povero contadino
analfabeta dei villaggi, ma fa parte di élites relative, di chi ha risorse di
coraggio, di forza fisica e mentale e spesso una educazione anche
universitaria. Se si continuerà a chiudere occhi e orecchie e cervello alle
evidenze della nostra contemporaneità, si creeranno soltanto ulteriori disastri
e si dilapideranno inutilmente fondi pubblici.
Diceva Rommel che l'invasione doveva essere bloccata sul bagnasciuga, cioè prima che il 'nemico' mettesse piede in Germania.
RispondiEliminaQui non si tratta di nemici,ma di fratelli disperati per le inumane condizioni in cui li costringiamo a vivere .se la loro si può dire 'vita'.
DOBBIAMO RENDER LORO LA POSSIBILITA' E IL DIRITTO DI 'VIVERE' A CASA LORO !