LOTTA PER LA TERRA IN COLOMBIA
LA VALLE DEL CAUCA
(Fonte: boletin@las2orillas.co giornalista: Myriam Bautista)
Quando sono stata in Colombia, nel 2013, sono rimasta colpita dalle lotte delle organizzazioni dei contadini della valle del Cauca, un dipartimento del sud ovest del paese con capitale Cali. Visitando il Museo del Chiostro di San Augustin, a Bogota, appena arrivata, leggevo con emozione la storia delle "mingas de resistencia"( mingas sono organizzazioni tradizionali di mutuo aiuto nei lavori agricoli) della valle del Cauca, che comprendevano 116 comunità capeggiate da leaders tradizionali, i cabildos. Ottantaquattro di queste comunità sono riconosciute ufficialmente dallo stato e raggruppate in 10 "pueblos indigenas" che parlano 5 lingue amerindie oltre allo spagnolo (miei appunti di allora). Queste comunità rivendicavano la proprietà di centinaia di migliaia di ettari espropriati loro dai latifondisti.
Gli indigeni ( più afrodiscendenti e mestizos) del nord del Cauca
chiedono da moltissimi anni (uno dei suoi leader dice: da secoli) che
si restituisca loro la terra ancestrale che apparteneva ai loro antenati. Morti,
desaparecidos, feriti, mutilati, odio e vendette sono il portato di
questo debito. Stanchi degli abusi delle autorità, il 24 febbraio 1971
(nell'articolo si dice "1970") gli indigeni fondano il CRIC ( (CRIC), Consiglio Regionale Indigeno del Cauca, che li rappresenta. I primi dirigenti non erano scolarizzati e le loro rivendicazioni si concentravano sul diritto alla terra: oggi partecipano a complessi negoziati e rivendicando sempre il diritto alle terre ancestrali pretendono che il governo si decida a sedersi ad un tavolo negoziale per definire come pagare il suo debito storico.
" 1971....tempi in cui il bipartitismo ripartiva il potere tra la classe politica liberale e conservatrice e il cosiddetto "Frente Nacional", il che impedì il nascere di un qualsiasi movimento o partito alternativo che organizzasse i "terrajas", i lavoratori stagionali che sgobbavano nelle terre dei latifondisti" (copio dai miei appunti del 2013).
Nel 1984 il movimento di guerriglia M-19 si concentrò nella zona di Tierradentro (zona bellissima e archeologica) e allevò un gruppo di indigeni che integrarono la formazione armata Quintin Lame, che smobilitò due anni più tardi. Sia le FARC che l 'ELN e l'EPL hanno avuto unità combattenti in questa zona. Dagli anni '90 i paramilitari e ora i "Rastrojos" (bande criminali legate ai paramilitari) e i narcotrafficanti sono stati presenti nel Valle del Cauca e vi hanno seminato morti e distruzione.
L'ultimo capitolo di questa storia violenta inizia a fine febbraio 2015, quando diecimila indigeni si impadroniscono di quattro haciendas dell'impresa INCAUCA S.A. nella zona rurale di Corinto e il governo dà l'ordine di sgombero allo squadrone mobile anti-sommosse (ESMAD), che fa parte delle forze armate. Gli indigeni fanno sapere che non se ne andranno finché il governo non accetterà di sedersi a un tavolo negoxiale per discutere le modalità di pagamento del suo debito storico.
Ci sono stati scontri e gli indigeni affermano che cinque di loro sono stati feriti gravemente da armi da fuoco. In lotta non ci sono solo gli uomini ma tutta la comunità perchè é loro dovere, afferma Hector Fabio Dicne, uscire a sostenere le proprie richieste"
Secondo il PNUD (http://www.pnud.org.co/sitio.shtml?apc=g-b-1--&s=e&m=a#.VQXBsuEYN2B).. “ le terre migliori del Cauca sono in poche mani... al che si deve aggiungere che, negli ultimi decenni, le aree con vegetazione naturale sono state ripulite per allestire piantagioni di coca, papavero, canna da zucchero e per aprire miniere illegali. Preoccupa che gran parte della terra sia stata impiegata in modo non sostenibile generando impatti ambientali negativi".
Nel Cauca il 62% della popolazione é povera e il 34% indigente (DANE). La concentrazione della proprietà della terra é alta: 54% dei proprietari possiedono solo l'8,1% della terra.
Il Governo riconosce di non aver rispettato accordi pregressi ma si rifiuta di trattare mentre prosegue l'occupazione di terre. Gli indigeni replicano che se il governo discute con le FARC a maggior ragione deve discutere con loro, e ricordano che la Commissione Interamericana dei diritti umani (CIDH) ha ordinato al governo colombiano di indennizzarli con 15.600 ettari per il massacro de El Nilo, nel dicembre 1991, nel quale furono assassinati 21 membri della comunità indigena Nasa. Nel 1995 il governo Samper riconobbe che il massacro fu compiuto con la complicità della Polizia Nazionale.
Ma c'è un altro aspetto che complica ulteriormente le rivendicazioni: in passato (l'articolo non dice quando ma si deduce da quanto segue che dovrebbe essere il 2011), a titolo di compensazione parziale, gli indigeni ricevettero dallo Stato una proprietà, San Rafael, nel comune di Buenos Aires, che era proprietà delle comunità nere. Dopo tre anni, nel 2014, di nuovo San Rafael passò nelle mani della comunità nera e agli indigeni fu data un'altra proprietà. Per cui ci furono scontri tra indigeni e afrodiscendenti con il rischio di mettere due comunità in competizione tra loro. Ora sembra tornata la pace tra la popolazione composta per la maggioranza di mestizos (58,5%) e per il resto in parti pressochè uguali suddivisa tra indigeni e afrodiscendenti.
Una cosa é certa: la rivolta continua. E il 2 marzo due sindacalisti del sindacato rurale SINTRAINAGRO sono stati attaccati a colpi di armi da fuoco e ne sono usciti illesi grazie a una guardia del corpo. La bande criminali e i latifondisti non molleranno la presa finchè avranno retroterra politico (http://www.solidaritycenter.org/armed-attack-on-colombian-union-leaders/).
Nel Cauca il 62% della popolazione é povera e il 34% indigente (DANE). La concentrazione della proprietà della terra é alta: 54% dei proprietari possiedono solo l'8,1% della terra.
Il Governo riconosce di non aver rispettato accordi pregressi ma si rifiuta di trattare mentre prosegue l'occupazione di terre. Gli indigeni replicano che se il governo discute con le FARC a maggior ragione deve discutere con loro, e ricordano che la Commissione Interamericana dei diritti umani (CIDH) ha ordinato al governo colombiano di indennizzarli con 15.600 ettari per il massacro de El Nilo, nel dicembre 1991, nel quale furono assassinati 21 membri della comunità indigena Nasa. Nel 1995 il governo Samper riconobbe che il massacro fu compiuto con la complicità della Polizia Nazionale.
Ma c'è un altro aspetto che complica ulteriormente le rivendicazioni: in passato (l'articolo non dice quando ma si deduce da quanto segue che dovrebbe essere il 2011), a titolo di compensazione parziale, gli indigeni ricevettero dallo Stato una proprietà, San Rafael, nel comune di Buenos Aires, che era proprietà delle comunità nere. Dopo tre anni, nel 2014, di nuovo San Rafael passò nelle mani della comunità nera e agli indigeni fu data un'altra proprietà. Per cui ci furono scontri tra indigeni e afrodiscendenti con il rischio di mettere due comunità in competizione tra loro. Ora sembra tornata la pace tra la popolazione composta per la maggioranza di mestizos (58,5%) e per il resto in parti pressochè uguali suddivisa tra indigeni e afrodiscendenti.
Una cosa é certa: la rivolta continua. E il 2 marzo due sindacalisti del sindacato rurale SINTRAINAGRO sono stati attaccati a colpi di armi da fuoco e ne sono usciti illesi grazie a una guardia del corpo. La bande criminali e i latifondisti non molleranno la presa finchè avranno retroterra politico (http://www.solidaritycenter.org/armed-attack-on-colombian-union-leaders/).
Gunmen
fired on a car carrying Guillermo Rivera and Medardo Cuesta, president
and treasurer, respectively, of the Colombian rural workers union
SINTRAINAGRO, as they were meeting February 24 with members in Valle del
Cauca. - See more at:
http://www.solidaritycenter.org/armed-attack-on-colombian-union-leaders/#sthash.qigB0xFX.dpuf
Gunmen
fired on a car carrying Guillermo Rivera and Medardo Cuesta, president
and treasurer, respectively, of the Colombian rural workers union
SINTRAINAGRO, as they were meeting February 24 with members in Valle del
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Gunmen
fired on a car carrying Guillermo Rivera and Medardo Cuesta, president
and treasurer, respectively, of the Colombian rural workers union
SINTRAINAGRO, as they were meeting February 24 with members in Valle del
Cauca. - See more at:
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