MEDIOEVO ITALIANO
DaisyOsakue atleta italiana colpita dal lancio di un uovo, estate 2018
“They were crooks who knew what they were doing, these
are crooks who don’t know what they are doing”: tradotto, erano farabutti che
sapevano dove mettere le mani, questi sono farabutti che non lo sanno.
Questa
frase letta molti anni fa, probabilmente sul Guardian, era il fulminante giudizio di un politologo sulla
differenza tra la dittatura di Ferdinand Marcos nelle Filippine, durata dal
1965 al 1986, e il regime di Corazón Aquino, succedutagli dopo la sua caduta e
fuga. L’elezione di “Cory” fu salutata con grande entusiasmo, ma presto mostrò
tutte le sue pecche: improvvisazione, inettitudine e malcostume dei suoi
collaboratori,patetica impreparazione di Cory stessa in loro balìa, lei che era
vissuta fino all’assassinio del marito, famoso oppositore di Marcos, all’ombra
del consorte, senza alcuna carica o esperienza di governo.
Quella frase
mi sembra calzare a pennello la situazione italiana attuale dopo le elezioni
politiche del 4 marzo scorso e la
formazione dopo molti tiramolla di una sgangherata e destrorsa coalizione di
governo, non tempesta improvvisa e inaspettata come alcuni, ad esempio
Alessandro Piperno, sembrano suggerire[1],
bensì esiziale esito di un tragitto storico lungo decenni durante i quali anche
le fasi di relativa salute economica, integrazione sociale e ricchezza
culturale sono state insidiate da tare di cui i farabutti che sapevano dove
mettere le mani ed erano al potere non
solo non hanno mai voluto sbarazzarsi, ma che hanno coltivato più o meno
nascostamente, mentre chi avrebbe dovuto e potuto contrastarli alzava la voce, se la alzava, tanto
sommessamente da riuscire il più delle volte inudibile, in un crescendo di
negligenza della cosa pubblica e di alacre accudimento a privati interessi. Altro
che rivolta contro il “politicamente corretto”! In passato avevamo
probabilmente più anticorpi, ora il sistema immunitario Italia sta andando in
tilt.
Questi dilettanti apprendisti criminali allo sbaraglio, chi li ha eletti?
Un rapido rewind a partire dal 1945.
Bisogna
ricordare innanzitutto che questo è il paese delle stragi impunite, a partire
da quelle nazifasciste. Fu solo nel
1994, in margine alle indagini su Erich
Priebke, condannato successivamente per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, che emersero più di
600 fascicoli relativi alle stragi compiute da nazisti e fascisti dopo l’8
settembre 1943, archiviati “provvisoriamente” nel 1960 in un armadio le cui
ante erano girate verso il muro. Grazie alla battaglia in primis del
giornalista Franco Giustolisi
appoggiata dal settimanale L’Espresso a
partire dal 1996 si arrivò infine alle indagini, alle audizioni di testimoni e
indiziati, e a condanne, anche all’ergastolo, che non furono mai eseguite. L’istituzione di una Commissione Parlamentare
d’inchiesta terminò con due relazioni contrastanti nelle conclusioni e l'increscioso ritrovamento fu silenziato con il solito insabbiamento. Dal 2016 i fascicoli sono
almeno consultabili online[2].
Emblema della Gladio |
A due anni
dalla Liberazione la strage di Portella delle Ginestre, il primo
maggio 1947, apre la strada al potere democristiano e inaugura la strategia
della tensione, come giustamente sottolineano Giuseppe
Casarrubea e Mario J. Cereghino in un lungo scritto assai
documentato pubblicato nel 2007 sul sito Peacelink
dal titolo eloquente: Stati Uniti eversione nera e guerra al
comunismo in Italia 1943-1947. Non bisogna quindi aspettare la strage
di Piazza Fontana alla Banca
dell’Agricoltura di Milano del 12 dicembre 1969 per inaugurarla ufficialmente.
E durante il ventennio 1947-1968 d’altra parte non mancano tentativi di golpe
militari con la complicità di poteri manifesti e occulti: basti pensare al Piano Solo, cospirazione il cui motore
primo è il Generale De Lorenzo
dell’Arma dei Carabinieri, che tesseva le sue trame eversive per sventare
l’avvicinamento della sinistra al governo, disegni mai concretizzati
fortunatamente. Oppure si vada a rispolverare la documentazione relativa all’Organizzazione Gladio, struttura
militare occulta costituita nel primo dopoguerra in ambito NATO allo scopo
preciso di condizionare il quadro istituzionale e politico italiano, che era parte
della ben più estesa rete NATO-CIA Stay
Behind esistente in vari paesi europei[3].
Dopo ben sette
processi per la strage di Piazza Fontana, di chiarissima marca fascista con
amplissime implicazioni del potere statale anche ai massimi livelli civili e
militari, la conclusione fu: assoluzione collettiva per tutti gli imputati a
dispetto della ormai comprovata colpevolezza di almeno due dei principali
responsabili, Franco Freda e Giovanni Ventura, perché già assolti in
un precedente procedimento e quindi non più punibili. Nel giugno del 1970 era
uscito il primo libro d’inchiesta su Piazza Fontana, La Strage di
Stato, frutto del lavoro di militanti della sinistra edito da Samonà e
Savelli. La copia che possiedo, la quinta edizione, è del 1971 e reca sulla
copertina la scritta: 130° migliaio. Già allora emergevano inequivocabili sia
le responsabilità istituzionali in alto loco e che l’impiego della manovalanza fascista,
responsabilità che trentasei anni dopo sono state siglate dall’impunità.
E
impunite sostanzialmente sono state le stragi di Brescia, del treno Italicus,
di Bologna, di Ustica e le morti delle tante vittime delle leggi speciali degli
anni ’70. Sono le stragi statal-fasciste che stanno dietro ai cosiddetti anni di piombo e alla
scelta sventurata della lotta armata.
Così la
fiammata di liberazione e riscatto del 1968/69, le lotte operaie e popolari che
seguirono e gli innegabili successi che esse conseguirono, furono troppo presto
smorzate e spente dal contrattacco durissimo e sanguinoso dei padroni del
vapore. Con la “marcia dei 40.000” alla Fiat[4]
iniziò il declino della mobilitazione di massa e la perdita di terreno delle
organizzazioni dei lavoratori e dei proletari.
Marcia dei 40.000 a Torino, 1980 |
Gli anni ’80 furono gli
incubatori della globalizzazione e prepararono la disintegrazione del lavoro in
tutto il mondo, quindi anche in Italia, dove un imprenditore e
faccendiere toscano chiamato Licio
Gelli, alias il Venerabile, stendeva il suo Piano di Rinascita Democratica
della Loggia Massonica P2 e ne controllava la lenta messa in opera.
La Commissione Parlamentare d’Inchiesta, presieduta dalla integerrima democristiana Tina Anselmi, dal 1981 al 1985 riuscì a portare alla luce tutta la complessità della macchinazione e a rendere pubblici i nomi dei componenti della Loggia, tra i quali politici, militari e imprenditori di spicco, incurante di minacce e intimidazioni. Ciò non ne impedì la progressiva esecuzione, tanto è vero che lo stesso Venerabile poteva compiacersene: «Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tivù, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto 30 anni fa in 53 punti»[5]. Da notare che è già pronto il nuovo Gelli versione digitale alias Steve Bannon, in missione per conto di dio in Europa con l'occhio fisso alle elezioni europee e le tasche piene di soldi.**
La Commissione Parlamentare d’Inchiesta, presieduta dalla integerrima democristiana Tina Anselmi, dal 1981 al 1985 riuscì a portare alla luce tutta la complessità della macchinazione e a rendere pubblici i nomi dei componenti della Loggia, tra i quali politici, militari e imprenditori di spicco, incurante di minacce e intimidazioni. Ciò non ne impedì la progressiva esecuzione, tanto è vero che lo stesso Venerabile poteva compiacersene: «Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tivù, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto 30 anni fa in 53 punti»[5]. Da notare che è già pronto il nuovo Gelli versione digitale alias Steve Bannon, in missione per conto di dio in Europa con l'occhio fisso alle elezioni europee e le tasche piene di soldi.**
Lo
spartiacque del 1989 pone fine alla rivalità “tradizionale” Est-Ovest e cambia
tutto lo scenario internazionale per inaugurare un’era di nuove guerre e nuovi
conflitti, e non è certo un caso che in Italia fu solo nel 1990 che la
questione Gladio emerse alla luce del Sole.
Licio Gelli e Andreotti |
Gli anni ’90
sono “la grande occasione” per gli eredi del PCI, sciolto frettolosamente nel
1991 dal suo ultimo segretario, Achille Occhetto[6]
e diventato Partito Democratico della Sinistra (PDS) per entrare a pieno titolo
nel rango dei papabili in vista della conquista del governo, vista come ultima
tappa vittoriosa della lunga marcia attraverso le istituzioni. Grande occasione
che sarà tristemente mancata e sfocerà nell’assenso del governo D’Alema alla
“nuova” NATO del 1999 (altri 50 anni di sicurezza!) e alla partecipazione alla
guerra in Kosovo.
Il 1992
sembra marcare uno spartiacque storico con il terremoto dell’inchiesta “Mani Pulite”, la crisi dei poteri forti
di cui vengono alla luce malversazioni e corruzione endemica, la fine del
potere socialista e di Bettino Craxi e, bomba mediatica, la sparizione della
Democrazia Cristiana al potere dal 1948. Ma la rottura è più apparente che
reale e soprattutto si compie ad opera del potere giudiziario, non attraverso
una presa di coscienza popolare a livello politico. Il tradizionale
trasformismo italiano prevale, ed ecco spuntare “il nuovo” nel 1994 nella veste
del grande Venditore[7]
per antonomasia che venderà fuffa e sogni per un ventennio agli italiani
narcotizzati dal suo piglio buffonesco e dai suoi successi imprenditoriali, un
ventennio inaugurato, guarda caso, da un’altra stagione stragista (1992-93).
Strage Via dei Georgofili, 1993 |
E
sarà il ventennio della sconfitta di quel che resta della gloriosa classe
operaia degli anni ’70, della sua disgregazione in una miriade di lavoratori
“atipici” - anteprima della flessibilità, delle delocalizzazioni e dismissioni,
della Gig Economy odierna[8]
- , del declino del Welfare State e della progressiva sottrazione di
finanziamenti ai servizi pubblici, cardine della solidità della compagine
sociale, a vantaggio del privato (Università e scuola, sanità, trasporti,
telecomunicazioni), il ventennio della scomparsa della locuzione “lotta di classe”
dall’ordine del discorso[9],
ormai parola interdetta nella
terminologia di Michel Foucault. Ma viva
e vegeta nella realtà storica e sociale: come ben spiegato da Luciano Gallino, ora la lotta di classe
la fa una parte sola[10].
E’ in questo quadro di dilagante strapotere del corporate power internazionale,
altresì denominata globalizzazione, di pauperizzazione di larghi strati di
popolazione e di aumento della capacità attrattiva di mafie vecchie e nuove che
estendono i loro pascoli su sempre nuove fette di economia che crescono le
disuguaglianze, la distanza astronomica di reddito e benessere tra la base e il
vertice della piramide sociale e esplode la bolla finanziaria del 2007/20008 a partire dagli Stati Uniti, che in Italia non è mai finita.
La storia di
un paese non si sbianchetta facilmente e se non si ignora questa zavorra
pesantissima che l’Italia si porta dietro – e si è accennato sommariamente soltanto
ad alcune fasi marcanti dell’ultimo dopoguerra – si può esprimere smarrimento
nel guardare al nostro presente in questo scorcio finale di 2018, a questa
oscena sceneggiata quotidiana di dilettanti allo sbaraglio che per via
elettorale si sono impadroniti dell’Italia, ma non è lecito stupirsi più di tanto.
Questo non vuol dire ovviamente che fosse scritto in cielo che Lega e Cinque
Stelle formassero questo governo, ma è difficile negare che non si respirasse
un’aria da fin de régime da anni. Ora guardiamo le macerie e ci chiediamo come
ce ne sbarazzeremo per ricominciare a costruire su fondamenta più solide la
casa Italia. In tutti i sensi, pensando al dissesto idrogeologico, trascurato
come se fosse un aspetto secondario della nostra realtà. Ci chiediamo se stiamo
toccando il fondo o no.
Ma alla luce degli ultimi 70 anni si comprende come siamo potuti arrivare al margine del burrone: lenta privatizzazione strisciante del Sistema
Sanitario Nazionale universalistico del 1978, spesa sanitaria ridotta a una percentuale sempre
decrescente di PIL, il 6,6 nel 2017, che dovrebbe ulteriormente scendere a 6,3 nel
2020, percentuali
mai raggiunte in passato che non assicurano le coperture necessarie, tanto
che circa 12 milioni di persone rinunciano a curarsi[11]; Italia fanalino di coda per quanto riguarda
l’istruzione tra i paesi OCSE, al 30° posto, con 600.000 giovani che non
finiscono la scuola dell’obbligo, con 2,2 milioni di ragazzi che non studiano
né lavorano, e con una percentuale di laureati tra le più basse in Europa (18%,
mentre la media OCSE è del 37%), la percentuale di analfabeti
funzionali più alta dell'Unione Europea[12].
In Italia più del 45% di persone adulte legge meno di 3 libri all’anno e solo
il 12% ne legge almeno 12, mentre un 40% circa ha meno di 1 libro in casa.
Tutti dati facilmente reperibili online. Abbiamo almeno 40 Siti di Interesse
nazionale (SIN) nei quali sono interrati rifiuti tossici che uccidono
lentamente, molti di essi conseguenze di una industrializzazione altrettanto
tossica e conseguita a colpi di sovvenzioni statali a fondo perduto, vedi
Ottana in Sardegna[13],
industrializzazioni fugaci che hanno lasciato dietro la desertificazione. Il
bel libro di Marina Forti, Malaterra,
edito da Laterza, offre una desolante panoramica di questi territori che aspettano una bonifica.
Terra dei fuochi, terra di tumori
C’è un revival di
neofascismi razzisti in molte parti d’Europa[14],
ma l’Italia ne è una degna testa di ponte, con una serie di aggressioni a
catena negli ultimi mesi[15]nelle
quali non si sa se sia più stupefacente l’ottusità o la crudeltà gratuita. E il
bersaglio preferito è il tasso di melanina giudicato eccessivo dell’epidermide.
In particolare ci fa una bella pubblicità sul New York Times l’articolo di una giornalista che ha avuto la
sfortuna di fare uno stage di sei mesi a Firenze durante i suoi studi, nel 2013[16].
Disoccupazione oltre il 10%. Caporalato, a dispetto della recente legge che intende combatterlo, favorito dalla mancanza di controlli per carenza di ispettori e connivenze. Il decreto sicurezza che toglie la protezione umanitaria e smonta il sistema di integrazione diffusa per i migranti rafforzerà l'illegalità e aumenterà il tasso già notevole di anomia. per soprammercato, si contesta l'austerità della UE da destra, un capolavoro. Eccetera.
L’Italia si è
risollevata dalla catastrofe del 1943, è legittimo sperare che si risollevi dal
fallimento di questo lungo lunghissimo dopoguerra? E che si doti di una classe
dirigente degna di questo nome?
[1] Si veda ad esempio l’intervista a Alessandro Piperno
sulla Stampa del 18/!!/2018, https://www.lastampa.it/2018/11/18/cultura/fiaccati-da-anni-di-politicamente-corretto-gli-italiani-vogliono-trivialit-e-tracotanza-3TQuomd3B2BPoHGGqLVLcP/premium.html
[2]
http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/02/15/news/stragi-nazifasciste-l-armadio-della-vergogna-adesso-consultabile-online-1.250535
[3] http://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=24
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_dei_quarantamila
[5] https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2015/12/16/piano-di-rinascita-di-gelli-cosa-e-stato-attuato/160398/
[6] http://www.italnews.info/2018/02/03/3-febbraio-1991-su-iniziativa-di-occhetto-si-scioglie-il-pci/
[7]https://www.ibs.it/venditore-storia-di-silvio-berlusconi-libro-giuseppe-fiori/e/9788811600466
[8] https://www.ft.com/content/b5a2b122-a41b-11e5-8218-6b8ff73aae15
[9] http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacritica/ordinediscorso.pdf
[10] Luciano
Gallino. La lotta di classe dopo la lotta di classe. Laterza, 2012
[11] https://www.ilmessaggero.it/economia/economia_e_finanza/sanita_poverta_italia_cure_medicine_istat-3836039.html
[12] http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/03/07/news/analfabeti-funzionali-il-dramma-italiano-chi-sono-e-perche-il-nostro-paese-e-tra-i-peggiori-1.296854
** Si leggano gli articoli che il Guardian ha dedicato alla missione di Bannon in Europa: https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/jun/06/steve-bannon-far-right-radicalise-europe-trump
[13] http://www.dire.it/15-05-2018/202412-ottana-dallillusione-industriale-allincubo-desertificazione/
[14] https://www.letemps.ch/opinions/retour-racisme
[15] http://www.cronachediordinariorazzismo.org/unestate-allinsegna-del-razzismo/
[16] https://www.nytimes.com/2018/10/23/travel/racism-travel-italy-study-abroad.html