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martedì 16 luglio 2024

APPRENDISTI STREGONI E INSURREZIONI (1)

 

 

         DEL BUON USO DELLE INSURREZIONI (1) LIBIA

 

Migranti al confine con Algeria

Questo scritto si basa principalmente sulle informazioni[1] contenute in un libro di Marc Eichinger uscito in Francia nel marzo 2022, Jeux de Guerre (Giochi di Guerra), edito da Massot, e non (ancora?) tradotto in italiano. Si può trovare su Wikipedia la voce concernente l’autore/giornalista/esperto di finanza/investigatore di intrighi internazionali, merce in abbondanza.

Eichinger ha lanciato l’allarme sugli acquisti farlocchi di Areva, l’ex gigante dell’uranio francese in Niger deceduto, in seguito agli scandali emersi, nel 2018, per diventare Orano, recentemente spodestato dalla giunta al potere in Niger, e ha illustrato sotto forma di romanzo la ragnatela di operazioni di spionaggio che ruotano intorno al Qatar, le cui finanze sembrano non avere fondo (Raven, le pacte du Qatar, Plon, 2024). Dico “principalmente” perché se si è seguita la tragica parabola degli avvenimenti che hanno travolto la scena mondiale post 1990, quindi dalla caduta del muro di Berlino, in particolare dal 2010, questo libro documenta e dettaglia quanto già era parzialmente noto o intuibile, ma non supportato da date e nomi. Le rivelazioni riguardano principalmente due dossier: Libia e Siria, ma la ragnatela include Iraq, Kurdistan, e ovviamente Israele e Turchia, anche l’Italia, oltre ai soliti burattini e profittatori-finanziatori, i “grandi” dei consessi internazionali e del Consiglio di Sicurezza (!) ONU. In italiano già dal 2014 era disponibile il libro di Loretta Napoleoni, ISIS, lo Stato del terrore, dal quale emergevano chiaramente le responsabilità “occidentali” nella creazione del terrorismo islamista. Oggi, dopo 10 anni, lo Stato Islamico in quanto vasta entità territoriale, è stato eliminato a prezzo di montagne di cadaveri e di sofferenze, di milioni di rifugiati, sfollati, migranti; tutti i frutti dell’enorme opera di destabilizzazione post 1990/post 2010 sono ancora presenti e marcescenti. Cercherò di districarmi nelle trame aggrovigliate dei giochi di guerra seguite dall’autore, trascurando alcune piste e relazioni pericolose non essenziali, per non appesantire troppo il racconto. In questa prima parte riprendo sommariamente le vicende dell‘assalto alla Libia di Muammar Gheddafi.

 

Libia, autunno 2010. “In questo momento la Libia è stabile. L’istruzione è gratuita, gli ospedali sono moderni. Le spiagge libiche sono magnifiche, poco cementificate. Non ci sono grossi[2] problemi di migrazione verso l’Europa. La Libia non è una democrazia ma è dalla nostra parte nella lotta contro l’islam radicale e i Fratelli Musulmani. Muammar Gheddafi…è matto come un cavallo e maniaco sessuale…nessuno lo rimpiange, le lacrime sono per la nostalgia della pace.” M. Eichinger, Jeux de guerre, pag. 20/21). Le primavere arabe sono imminenti: la Tunisia darà il “la” nel dicembre 2010.

Il 22 novembre 2010 lo sceicco Tamim Al-Thani, emiro del Qatar, è invitato all’Eliseo in compagnia del Ministro degli Interni Claude Guéant e di Michel Platini. Nella minuta del verbale della riunione si legge: “In risposta all’invito del Presidente francese Nicolas Sarkozy a S.E. allo sceicco Tamim bin Hamid-al Thani, principe ereditario del Qatar, a visitare la Francia per applicare le direttive comuni precitate, relative agli investimenti del Qatar in Francia e all’appoggio del dossier del Qatar per l’organizzazione dei Mondiali del 2022, un incontro segreto si è svolto oggi 22 novembre 2010 all’Eliseo, sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy e di S.E. Tamim bin Hamad al-Thani, alla presenza di M. C. Guéant, segretario generale dell’Eliseo e Michel Platini, Presidente UEFA…è stato convenuto che lo Stato del Qatar assumerà su di sé i costi delle operazioni militari e di sicurezza (sic) in Libia. …Che lo Stato del Qatar verserà 300 milioni di euro al Presidente N. Sarkozy (sottinteso: alla Francia via il suo Presidente).” (ibid, pag. 47).

Muro al confine tra Grecia e Turchia     
Il Qatar quindi finanzia l’insurrezione in Libia e gentilmente chiede l’appoggio della UEFA via il suo presidente per la scelta della sede della Coppa del Mondo 2022, e chiaramente l’otterrà. Peccato che il Qatar abbia un clima ostico, con temperature superiori ai 50 ° C, sarà necessario costruire un immenso stadio climatizzato. La costruzione dello Stadio secondo i calcoli, forse sottostimati, del Guardian, costerà la vita a 6500 operai stranieri (ma secondo il Qatar sono stati solo 37[3]). Michel Platini sarà scagionato nel 2022 dall’accusa di corruzione, Claude Guéant avrà anche lui i suoi guai giudiziari. L’operazione Harmattan, come sarà definita l’insurrezione per liquidare Gheddafi e la conseguente destabilizzazione permanente del paese, non costerà soltanto i 300 milioni di dollari regalati alla Francia (ma il Ministro Gérard Longuet avrà il coraggio di confidare a Le Figaro, il 21 ottobre 2011, che si, sette mesi di guerra sono costati alla Francia, “ferro di lancia” della spedizione, ben 300 milioni di euro![4])  Infatti l’assalto cannibale alla Libia fu opera di una coraggiosa Coalizione internazionale: le forze britanniche spendono la stessa somma della Francia, gli Stati Uniti un po’ più di 500.000 USD[5]. E l’operoso Presidente Sarkozy a bocca asciutta? A parte i numerosi guai giudiziari rispetto al finanziamento della sua campagna elettorale 2007 (soldi “presunti” forniti da emissari dell’amico Gheddafi!) e alla campagna per la sua rielezione (mancata) nel 2012[6], già nel novembre 2009 Carla Bruni, moglie del Presidente Sarkozy, aveva ricevuto dal munifico emiro del Qatar un regalino di 6 milioni di euro, per il disturbo di essere venuta ad inaugurare un centro medico a Doha (ibid. pag.46). L’operazione Harmattan sarà quindi costata poco più di un miliardo di dollari, nell’immediato, ma le conseguenti “esternalità” molto di più. Spazzato via Gheddafi, la Libia diviene il calderone infernale odierno, i germi dell’islamismo proliferano, infiltrandosi nella ribellione dei Touareg nel nord del Mali. Si finanzierà quindi anche la destabilizzazione del Mali (ibid., pag 21) e la marea montante dei gruppi jihadisti nel Sahel in stato avanzato di disintegrazione sociale. Hollande continuerà l’opera di Sarkozy con l’operazione Serval e poi Barkhane, con il bel risultato di una serie di colpi di Stato militari nell’area: Mali, Burkina Faso, Niger, Guinea, e, anche se il contesto del colpo di stato è diverso, Gabon. Senza dimenticare la creazione del terreno favorevole per la nascita dell’ISIS, lo Stato del terrore. Chi aveva visto chiaro, in quanto storico, nel guazzabuglio libico sin dalle prime battute fu in Italia il professore universitario Giampaolo Calchi Novati, di cui lessi allora una presa di distanza dalle posizioni di grossi calibri (Rossana Rossanda) del giornale Il Manifesto cui contribuiva[7]. “Quando l'Onu ha approvato una risoluzione chiedendo «tutte le misure» per parare la minaccia incombente sui civili la sola «misura» che è venuta in mente al tandem Sarkozy-Cameron è stata una raffica di bombardamenti. Se quelle crisi generano mostri è anche perché la Left in Europa non offre più nessuna sponda di idee o di azione agli sforzi che i regimi e persino i movimenti anti-autoritari mettono o dovranno mettere in atto per uscirne.” Così scriveva Calchi Novati il 12 aprile 2011, fuori dal coro.  Forse sapeva che anche in Francia c’era già chi si preoccupava di allertare sia Claude Guéant che il Presidente Sarkozy che “i ribelli libici sono degli islamisti!”[8]. Gli scrupolosi non sono novellini, ma due agent ex parà che lavorano per una società di sicurezza privata, la Secopex, in Libia. Per essere sicuri di essere ascoltati vanno a bussare alla porta stessa dell’Eliseo proprio nell’aprile 2011; ricevono assicurazioni che la loro allerta sarà trasmessa a chi di dovere. Infatti. La notte dell’11 maggio 2011, a un posto di blocco dei ribelli libici a Benghazi, il direttore della Secopex Pierre Marziali è ucciso a freddo con un colpo alla testa[9]. Gli uomini della Brigata 17 febbraio, sostenuta e armata dal Qatar, rivendicano l’assassinio, avvenuto alla presenza del collega Pierre Martinet[10]. E già si sgomita per l’accesso al petrolio. Un agente americano, Sid Blumenthal, assunto da Hillary Clinton nella Fondazione di famiglia, scrive alla sua datrice di lavoro nel settembre 2011 (messaggeria privata): …” questa fonte (vicina al CNT) [11]indica che il governo francese orchestra azioni …di diplomazia privata/pubblica per fare pressione sul nuovo governo di transizione libico affinché riservi fino al 35% del petrolio a imprese francesi, in particolare alla grande impresa francese Total”.[12] I britannici intanto cercano di promuovere la British Petroleum, pudicamente auto-definitasi B.P. Beyond Petroleum, oltre il petrolio! (pag. 51/52).

Ma era necessario scardinare un altro tassello instabile più a est, con la collaborazione di altri amici. Segue, seconda puntata: Siria, atto secondo, primavera 2011.


[1] Informazioni tutte documentate che, si legge nel retro della copertina del libro, nutrono il dossier giudiziario a carico delle entità e persone citate nel libro.

[2] Il testo dice “aucun”, nessun problema, ma mi sono permessa una variazione perché, vivendo in Italia, a me pare che già di transiti di migranti, verso l’Italia almeno, ce ne fossero, certo non nella misura post-2011/12.

[4] Thomas Vampoulle, Guerre en Libye; la France a dépensé 300 million d’euros. Le Figaro, 21 ottobre 2011, citato a pag. 48, ibid.

[5] Ibid., pag.48

[6] L’ex Presidente è coinvolto da anni in indagini giudiziarie, il sito di informazione online Mediapart gli ha dedicato numerosi dossier, l’ultimo aggiornato è del 10 luglio scorso: https://www.mediapart.fr/journal/france/dossier/l-argent-libyen-de-sarkozy

[7] https://archiviopubblico.ilmanifesto.it/Articolo/2003180511

[8] Questa affermazione mi sembra perentoria; forse non tutti lo erano, ma certamente che guidava la danza erano gli islamisti.

[9] https://www.francetvinfo.fr/monde/proche-orient/le-francais-tue-jeudi-a-benghazi-est-un-ancien-militaire-fondateur-et-responsable-d-une-societe-de-securite-privee_226075.html

[10] Ibid., pag. 50

[11] Consiglio Nazionale di Transizione

[12] Ibid., pag. 53





1 commento:

  1. mi sembra che ci sia un po' di confusone di date. gheddafi è stato ucciso il 20 ottobre 2011. quindi nel 2010 era ancora al potere

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