Ancora un’estate caldissima. Tropicale. Così rimuginava il signor Berlicche mentre il treno, dopo avere infilato una galleria, ne usciva rallentando e si arrestava sotto la pensilina della stazione di Benevento. Termine di corsa. Erano le sei di sera di un 7 luglio al calor bianco. L’aria condizionata non aveva funzionato, la camicia del signor B. era madida di un sudore appiccicaticcio, non puzzolente grazie alla crema deodorante (ottima) all’assenzio. Il passeggero, uno degli ultimi rimasti, afferrò la valigetta 48 h nuova di zecca con 4 ruote girevoli e solido manico in acciaio e bachelite e scese dal treno. Scivolo’ malamente sul pavimento saponoso del corridoio verso l’uscita ma evito’ una rovinosa caduta mantenendo l’equilibrio come un acrobata, tale si senti’. Dopo aver depositato la valigetta al suo solito albergo, in centro, fatta doccia e cambiato abbigliamento, penso’ che una passeggiatina all’ombra gli avrebbe giovato. E perché no? Avrebbe potuto comprare una maglietta o una camicia estiva prima di cena. Entro’ in un bel negozio sul corso che come indubitabile garanzia di qualità aveva una scritta sovrastante la vetrina che proclamava: Al vostro servizio dal 1970. Gli si fece incontro un giovane di bell’aspetto, baffuto, con pantaloni di lino grezzo impeccabili e maglietta Lacoste. Alla richiesta del signor B. si ritiro’ nel retro del negozio, si udirono struscii, scalpiccio, fruscio di scatole e uno scatto secco di scala metallica. Infine una bella ragazza dai capelli castani e occhi verdi luminosi emerse dal retro con varie paia di pantaloni sul braccio destro. Stupore e sconcerto del signor B. Che obietto’ “Veramente io avevo chiesto al suo collega di vedere magliette e camicie, non pantaloni. La ragazza spalancò gli occhi già grandi esclamando: “Ma quale collega? L’ho accolto io a lei prima, e lei mi ha chiesto di vedere dei pantaloni.”
“Vuole scherzare vedo signora, mi ha accolto un signore con baffi alto almeno un metro e novanta.
La ragazza scoppiò a ridere: “ Qui che abbia i baffi c’è solo il mio gatto Onofrio. Sono io la proprietaria del negozio da quando mio padre, che si’ aveva i baffi è morto anni fa a quasi 90 anni, E non ho commessi di sorta”. Il signor B. si spazientì ma decise di lasciar correre e non stare a polemizzare. “ Mah, guardi, forse è stato il caldo e il trambusto del viaggio, avrò avuto una allucinazione. Per favore, ora mi mostri la vostra collezione di magliette e camicie estive, grazie”. Così dopo mezz’ora uscì dal negozio con una camicia con maniche corte di un bel color azzurro cielo. Era scemato il calore che un’ora prima si sprigionava da ogni dove, soffiava un bel venticello fresco per cui con l’umore sollevato s’incammino’ verso la solita trattoria che aveva i tavolini all’aperto in un giardino pieno di fiori profumi e piante tropicaleggianti. Ordino’ alici scottadito e una bottiglia di Falanghina ben freddo. Sobbalzo’ sulla sedia di vimini quando il cameriere gli porse un piatto di pesce fritto misto. “ Ma io avevo chiesto alici scottadito!” Replica stupita del cameriere: “Ma no signor B! Lei mi ha chiesto un piatto di pesce fritto misto! Che poi è il suo piatto preferito”. Aveva fame, non era il caso di sottilizzare, il pesce fritto gli piaceva, e sia! Mangio’con gusto innaffiando il tutto con un Falanghina adorabile. Uscì dal ristorante e vide una notte stellata. Si diresse verso il Cinema Alhambra che in estate proiettava vecchi film nell’arena all’aperto. Controllo’ il cartellone: Oggi Hitchcock, Il delitto perfetto. Entro’ subito a pagare al botteghino e si infilò nell’arena tra le prime file, così da non avere gente davanti. Quale fu la sua sorpresa quando vide scorrere il titolo del film: Il Pianista, di Polanski! Uscì di fretta a controllare il cartellone fuori in strada. Effettivamente c’era il cartellone del Pianista di Polanski. Come poteva essersi ingannato? Un’idea! Passo’ dal botteghino: “ Scusi, per caso ieri avete proiettato un film di Hitchcock? O lo farete domani? “No signore. Domani cartoni animati e ieri c’era Lo chiamavano Trinità.
A questo punto il signor B temette di sentirsi male. Tornò a sedersi al suo posto, con occhi vacui non tentò neppure di seguire il film, non registrò una singola immagino né una parola, rannicchiato, quasi fosse un rifugio, sulla sua poltroncina. L’indomani chiamò di buon’ora il suo cliente, cancellò l’appuntamento adducendo un piccolo malore dovuto al caldo, e filo’ via con la sua valigetta verso la stazione dopo aver controllato gli orari. Purtroppo prese il treno sbagliato.
** Non sono in Italia e scrivendo direttamente sul telefono non mi si è incollata la foto di Benevento. Dovrò affinare mie abilità digitali.
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