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mercoledì 13 novembre 2013

Crimini rituali e modernità



Crimini rituali e modernità


Spiaggia di Nosy Be, Madagascar, dove il 2 ottobre sono stati linciati 3 uomini
incolpati di un presunto crimine rituale

Non cessa di stupirmi ( e sgomentarmi)  l’immenso iato tra il progresso tecnologico e scientifico e la bestialità ripugnante della persistenza e della vitalità, presumibilmente proiettata  verso un rigoglioso futuro,  dei più efferati crimini legati a un' epoca che chiamerei preistorica, precedente i primi barlumi di quella che usiamo definire civiltà umana .
Un biologo informatico direbbe: certamente, è spiegabile a partire dal fatto che l’hardware umano è quello di  centomila  anni fa mentre il  software  si  è molto evoluto. L’amigdala è quella del predatore predato, coetaneo della tigre dalle zanne a sciabola ma le dita sfiorano  telefoni collegati a  internet.

Allora è possibile inventare una stampante a 3D che riesce a fabbricare una vettura  o raffinate opere d’arte, è possibile scoprire la particella di dio ovvero il bosone  di Higgs facendo collidere per miliardi di volte particelle elementari ad una velocità che rasenta quella della luce, trapiantare organi, e allo stesso tempo  tagliare le gambe agli albini per venderle attribuendo alle stesse poteri magici (Tanzania), o portare nella boscaglia e accecare il nipotino di 10 anni per  tagliargli gli organi genitali per  trafficarli come talismani (accaduto in Mozambico, in Zambezia,  nel 2011, e riportato dal giornale Noticias. Il bambino è rimasto miracolosamente vivo. Ero a Maputo all’epoca e il fatto mi aveva impressionato molto dolorosamente).

Il 28 ottobre 2012 RFI, Radio France International, titola:  Aumento inquietante dei crimini rituali in Gabon, e il 13 aprile 2013 L’Associazione di Lotta contro i crimini rituali, a Libreville, si vede proibire una marcia indetta per denunciare l’impunità che copre i mandanti di questi delitti efferati. “Les crimes rituels au Gabon consistent à croire que prélever un organe d'une personne vivante permet à une autre personne de se renforcer.” (http://fr.globalvoicesonline.org/2013/04/21/144451/). La marcia si è poi svolta  in giugno con la partecipazione della moglie del presidente del paese.
Ieri,  12 novembre 2013, la stessa RFI ha intervistato brevemente una serie di  studiosi e attivisti residenti in vari paesi dell’ Africa per lo più occidentale: Gabon, Congo, Cameroun, Benin , Ghana. Tutti hanno sottolineato che i mandanti  dei “crimini rituali” sono persone altolocate, intangibili e legate alla sfera del potere politico. L’interlocutore congolese ha menzionato una credenza (“cabanga”) secondo la quale  la corda con la quale si è impiccata una persona acquisterebbe poteri magici.  In Gabon, i delitti aumentano quando si avvicinano le elezioni – il potere politico si conquista attraverso maneggi stregoneschi.
Una ricerca dell’antropologo Peter Geschiere , Sorcellerie et Politique  (Karthala, 1995) indaga  gli intrecci perversi tra le moderne realtà  dello Stato Nazionale e la  persistenza  di credenze radicate nella forza dell’occultismo e dei poteri magici in Cameroun.  Come si vede, 18 anni dopo, non molto è cambiato.

Inoltre, perversamente, le superstizioni  si mescolano a frustrazioni sociali e politiche, a percezioni di discriminazione e condizioni de privilegio e sfociano in linciaggi come quello accaduto poche settimane fa in Madagascar, a Nosy Be, di cui sono stati vittime due turisti e un Malgascio (http://www.lemonde.fr/societe/visuel/2013/11/12/a-madagascar-la-folle-rumeur-qui-a-mene-trois-hommes-sur-le-bucher_3512306_3224.html). Il malgascio é stato bruciato vivo: i due turisti, un francese e un italiano hanno subìto uno pseudo processo  aberrante. Il servizio  giornalistico è il risultato di più di un mese di inchiesta sul luogo degli assassinii.

Si può riflettere amaramente se sia più “moderno”  bruciare gli umani con le armi chimiche e con le bombe al fosforo oppure su  di una pira. Di certo, siamo ancora gli uomini delle caverne, come concludeva Quasimodo quasi settanta anni fa.


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