Crimini rituali e modernità
Spiaggia di Nosy Be, Madagascar,
dove il 2 ottobre sono stati linciati 3 uomini
incolpati di un presunto crimine
rituale
Non cessa di stupirmi ( e sgomentarmi) l’immenso iato tra il progresso tecnologico e
scientifico e la bestialità ripugnante della persistenza e della vitalità,
presumibilmente proiettata verso un rigoglioso
futuro, dei più efferati crimini legati
a un' epoca che chiamerei preistorica, precedente i primi barlumi di quella
che usiamo definire civiltà umana .
Un biologo informatico direbbe: certamente, è spiegabile a
partire dal fatto che l’hardware umano è quello di centomila
anni fa mentre il software si è molto
evoluto. L’amigdala è quella del predatore predato, coetaneo della tigre dalle
zanne a sciabola ma le dita sfiorano telefoni
collegati a internet.
Allora è possibile inventare una stampante a 3D che riesce a
fabbricare una vettura o raffinate opere
d’arte, è possibile scoprire la particella di dio ovvero il bosone di Higgs facendo collidere per miliardi di volte
particelle elementari ad una velocità che rasenta quella della luce, trapiantare
organi, e allo stesso tempo tagliare le
gambe agli albini per venderle attribuendo alle stesse poteri magici (Tanzania),
o portare nella boscaglia e accecare il nipotino di 10 anni per tagliargli gli organi genitali per trafficarli come talismani (accaduto in
Mozambico, in Zambezia, nel 2011, e
riportato dal giornale Noticias.
Il bambino è rimasto miracolosamente vivo. Ero a Maputo all’epoca e il fatto mi
aveva impressionato molto dolorosamente).
Il 28 ottobre 2012 RFI, Radio France International, titola: Aumento inquietante dei crimini rituali in
Gabon, e il 13 aprile 2013 L’Associazione di Lotta contro i crimini
rituali, a Libreville, si vede proibire una marcia indetta per denunciare l’impunità
che copre i mandanti di questi delitti efferati. “Les crimes rituels au Gabon consistent à croire
que prélever un organe d'une personne vivante permet à une autre personne de se
renforcer.” (http://fr.globalvoicesonline.org/2013/04/21/144451/).
La marcia si è poi svolta in giugno con
la partecipazione della moglie del presidente del paese.
Ieri, 12 novembre
2013, la stessa RFI ha intervistato brevemente una serie di studiosi e attivisti residenti in vari paesi
dell’ Africa per lo più occidentale: Gabon, Congo, Cameroun, Benin , Ghana.
Tutti hanno sottolineato che i mandanti dei “crimini rituali” sono persone altolocate,
intangibili e legate alla sfera del potere politico. L’interlocutore congolese
ha menzionato una credenza (“cabanga”) secondo la quale la corda con la quale si è impiccata una
persona acquisterebbe poteri magici. In
Gabon, i delitti aumentano quando si avvicinano le elezioni – il potere
politico si conquista attraverso maneggi stregoneschi.
Una ricerca dell’antropologo Peter Geschiere , Sorcellerie et Politique (Karthala,
1995) indaga gli intrecci perversi
tra le moderne realtà dello Stato
Nazionale e la persistenza di credenze radicate nella forza dell’occultismo
e dei poteri magici in Cameroun. Come si
vede, 18 anni dopo, non molto è cambiato.
Inoltre, perversamente, le superstizioni si mescolano a frustrazioni sociali e
politiche, a percezioni di discriminazione e condizioni de privilegio e
sfociano in linciaggi come quello accaduto poche settimane fa in Madagascar, a Nosy Be, di
cui sono stati vittime due turisti e un Malgascio (http://www.lemonde.fr/societe/visuel/2013/11/12/a-madagascar-la-folle-rumeur-qui-a-mene-trois-hommes-sur-le-bucher_3512306_3224.html). Il malgascio é stato bruciato vivo: i due turisti, un francese e un italiano hanno subìto uno pseudo processo aberrante. Il servizio giornalistico è il risultato di più di un mese di inchiesta sul luogo degli assassinii.
Si può riflettere amaramente se sia più “moderno” bruciare gli umani con le armi chimiche e con
le bombe al fosforo oppure su di una pira. Di certo, siamo ancora gli uomini delle
caverne, come concludeva Quasimodo quasi settanta anni fa.
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