Translate

giovedì 6 dicembre 2012

Acqua verde e acqua blu


ACQUA VERDE E ACQUA BLU



 
E così oggi ho imparato  i termini tecnici “acqua blu” e “acqua verde”. Va bene usare la seconda, l’acqua piovana  che rimane prigioniera del suolo, per irrigare e per coltivare, molto male invece utilizzare l’acqua blu, che proviene  da fonti non rinnovabili  e quindi da tesaurizzare.  Invece i grandi investimenti in agricoltura intensiva in Africa usano prevalentemente l’acqua blu.
Questi ultimi si sono enormemente  sviluppati dal 2007 in poi , dopo la crisi  seguita all’ aumento dei prezzi dei cereali,  dando origine al fenomeno noto  (fino a un certo punto!) come “land-grabbing", il furto di terra a danno dei piccoli proprietari e contadini africani, cacciati via senza complimenti  o espropriati con due soldi e con l’inganno . Chi investe sono soprattutto l’India e i ricchissimi paesi del Golfo. Per poi importare i raccolti per nutrire le loro popolazioni, o produrre biocarburanti.
Si ricalcano quindi il modello e gli errori della “Green Revolution”  Indiana,  che si è si tradotta in grande aumento di produttività ma anche nel saccheggio di immense risorse idriche e nell’impoverimento di milioni di contadini poveri.  E l’India non era certo un paese con le fragilità ecologiche della maggior parte dei paesi africani in cui si investe ora (Etiopia, Mali, Sudan, Mozambico). Senza  parlare del cambiamento climatico in atto.
Martin Keulertz, ricercatore al King’s College di Londra, ha pubblicato insieme ad altri esperti  un prezioso volume: Handbook of Land and Water Grab: foreign direct investment and water and food security (Routledge, 2012). Martin Keulertz afferma: “ Se gli stessi metodi di irrigazione che sono stati impiegati in America Latina e in Asia saranno applicati nell’Africa Sub-Sahariana, ciò condurrà al fallimento dell’investimento stesso” (guardian.co.uk, Friday 31 August 2012).
" Il nostro pianeta non ha scarsità di terra”, afferma Tony Allen, responsabile del gruppo di ricerca sull’acqua al King’s College.  Ma è a corto di terra con risorse d’acqua”. E la nuova meta, da quando il Sud Sudan è diventato indipendente, è proprio questo  poverissimo paese, ricco d’acqua e di petrolio…

6 dicembre 2012

Nessun commento:

Posta un commento