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martedì 4 dicembre 2012

URBANIZZAZIONE IN AFRICA

AFRICITTA'
 
Vista aerea di Luanda (dal web)

 
Si apre oggi il sesto vertice di Africité, cioé "Africittà", a Dakar, in Senegal, vertice che si tiene ogni tre anni in una città africana a partire dal 1998 sui problemi che l'urbanizzazione galoppante pone all'Africa.  Per cinque giorni , 5000 participanti  dibatteranno le questioni sul tappeto, vedremo che cosa ne sortirà. Sperando che non sia la solita grande adunata internazionale che serve soprattutto a spendere soldi pubblici senza additare vie per migliorare la situazione su cui si discetta.
Nigrizia aveva dedicato un dossier alle metropoli africane nell'aprile di quest'anno: "si contano 47 agglomerati urbani con più di un milione di abitanti. Quattro africani su dieci vivono in città: saranno sei su dieci nel 1950".
Dakar ha una popolazione stimata di circa 3.2 milioni di abitanti (secondo Radio France International) e una densità simile a quella di New York o S. Paulo, cioè 6000/abitanti per km2. Naturalmente mancano le solite cose essenziali, acqua corrente e fogne, la base di una convivenza non solo civile ma anche il pilastro fondamentale della sanità pubblica.
Un'amica che è arrivata da poco a Luanda, Angola, e lavora là con la Cooperazione Italiana, nota semplicemente che mentre si costruiscono sul lungomare sempre nuovi palazzi scintillanti in vetro-cemento, nei quartieri popolari mancano appunto le fognature.
Sono stata in Angola nel 1995-96, per lavoro ovviamente, anche io cooperante, mentre c'era una pausa nella guerra civile che è durata fino al 2002.  Ricordo che a Luanda, in Largo Kinashishe, in pieno centro e non lontano dalla sede dell'Ambasciata Italiana, davanti al portone semisfasciato della nostra sede c'erano quasi sempre pozzanghere maleolenti, come spesso anche dentro il portone stesso, nell'andito. Però proprio accanto una profumeria di lusso esponeva prodotti che costavano una cifra, marche come Chanel o Yves Saint Laurent. Il contrasto era talmente stridente che mi è rimasta nel cervello una fotografia dell'immagine. Un giorno, dopo un fortunale, è caduto un grosso albero che è rimasto per giorni e giorni riverso nella melma, giusto accanto alla vetrina. Una sera, tornando a casa (si fa per dire, la sede della ONG), sotto un porticato sempre nel medesimo Largo Kinashishe e dietro alla nostra ambasciata, due mendicanti seminudi avevano acceso una specie di falò, per scaldarsi o per cucinarvi qualcosa. Sembrava una visione luciferina. Ma durante il giorno accanto allo stesso marciapiede ci passavano le Porsche.

Non credo che oggi sia cambiato molto, nè in Angola né nella maggioranza dei paesi africani. Finchè non si darà priorità reale alla costruzione di acquedotti e fogne, nelle città africane cresceranno palazzi splendenti e i ragazzini giocheranno appena dietro a qualche cantiere sui monti della spazzatura che marcisce, se non sono morti prima dei cinque anni di diarrea.

4 dicembre 2012

http://www.rfi.fr/afrique/20121204-africites-2012-villes-face-urbanisation-continent-dakar

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